C’era una volta una collina, un piccolo paese, e una voglia matta di stare insieme.
Era il 2009, e a Fumo – una frazione nascosta tra le curve dolci dell’Oltrepò Pavese – nacque quasi per gioco la prima Festa della Birra.
Niente di pretenzioso. Solo qualche tavolo, una griglia accesa, casse di birra pronte da spillare e un palco montato con l’aiuto di amici. La musica era rock, il cielo di luglio pieno di stelle, e l’aria profumava di carne alla brace e libertà. Da subito fu chiaro: quella non era una semplice festa. Era un modo di stare insieme, di sentirsi parte di qualcosa. Di vivere l’estate con il cuore aperto.
Negli anni, l’evento è cresciuto. La voce si è sparsa. Il pubblico è aumentato, il palco si è allargato, la selezione delle birre artigianali è diventata sempre più curata, e il cibo più vario e gustoso. Ma lo spirito è rimasto lo stesso: quello delle prime volte, con i piedi nella terra e la musica nelle ossa.
La Festa della Birra di Fumo è diventata un appuntamento atteso, amato, riconosciuto in tutto l’Oltrepò e anche oltre. Una di quelle serate che segnano il calendario dell’estate, che ritrovi ogni anno con un sorriso e con la voglia di esserci, ancora una volta.
Perché non è solo una festa.
È una comunità che si ritrova. È una birra condivisa con un vecchio amico. È la canzone che conosci a memoria, cantata sotto un palco pieno di luci. È l’abbraccio di un’estate che non vuoi lasciare andare.
E ogni anno, quando arriva luglio, tutto questo succede di nuovo.
A Fumo. In collina. Con te.